11 - Maso Martignano

Il primo proprietario del Maso che si è potuto documentare con certezza, conosciuto come “el Mas de Martignan”, è stato Leonardo dal Monte che nel 1675 risultava locatario enfiteutico succeduto alla famiglia Wolkenstein Trostburg.

Successivamente, la nipote di Leonardo, Ursula dal Monte, portò in dote il Maso al marito, Felice Marsilio Mersi. Il loro figlio, Marsilio Antonio, morì senza eredi e i beni passarono nel 1855 ai tre fratelli Bassetti, figli di un suo cugino. Marsilio Antonio aveva disposto che sul Maso di Martignano fosse istituito un legato di 8.000 fiorini, con rendimento del 5%, a favore di una cappellania in paese da assegnare ad un sacerdote nominato dagli stessi Bassetti in accordo con la Curia Vescovile.

Il primo beneficiario del legato Mersi, gestito dai Bassetti, fu don Leonardo Bertolazzi che ne prese possesso nel 1857 e, molto amato dai fedeli, lo terrà per ben mezzo secolo fino alla morte avvenuta nel 1908.

Il maso fu in possesso dei fratelli Bassetti fino al 1876 quando, assieme all’onere della cappellania, fu ceduto al barone Oreste de Menghin Brezburg.

Alla sua morte, nel 1890 il Maso passò all’unico figlio maschio barone Giuseppe Menghin, munifico con Martignano che infatti gli ha intitolato la Piazza antistante le Scuole elementari, costruite sul terreno donato dallo stesso signore.

La figlia di Giuseppe, baronessa Anna Maria Menghin, nel 1919 ha sposato il barone Pasio Alessandro Taxis de Bordogna e Valnigra. Il Maso passerà quindi al loro figlio, barone Alessandro e alla morte di quest’ultimo, avvenuta nel 1977, ai suoi figli, Paolo e Lorenzo baroni Taxis. Questi ultimi, riservando per sé la villa signorile con cappella e parco, nel 1981 hanno alienato la parte agricola della proprietà a Vito Vender.

Il Vender ha quindi ceduto la proprietà agricola al perginese Giuseppe Stelzer il figlio del quale, che è l’attuale proprietario, ha avviato l’apprezzata azienda vinicola battezzata Maso Martis, liberamente desunto dall’antica denominazione latina del paese Martisfanum o Tempio di Marte.

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Approfondimenti

In passato la zona di Martignano, compresa nel comune catastale di Cognola, era occupata da pochi masi i cui terreni, grazie alla favorevole esposizione, erano coltivati in maggior parte a vigneto. L’ampia zona alle falde dell’Argentario sul versante nordoccidentale, già alla fine del ‘600 era appannaggio della famiglia dal Monte, originaria del Mont de la Vacca o Montevaccino, ma abitante nel prestigioso palazzo di famiglia sul Cantone, all’incrocio tra la via Lunga e la contrada Todesca.

Il primo proprietario che si è potuto documentare con certezza è stato Leonardo dal Monte, erede di Antonio dal Monte, che nel 1675 risultava locatario enfiteutico del Maso, in precedenza appartenuto alla famiglia Wolkenstein Trostburg.

Ursula dal Monte, nipote di Leonardo, portò in dote il Maso al marito Felice Marsilio Mersi, sposato nel 1755.

Il Maso, passato in successione ai discendenti dei Mersi, risultava così strutturato in una stima del 1858:
“Tenuta composta da arativi, vigneti, prati con gelsi e piante da frutto, boschi con uccellanda, casino signorile di villeggiatura con cappella, giardino, orto, case coloniche e fontane d’acque perenni, dell’estensione complessiva di pertiche 43.125”. Il complesso della proprietà riportato ai giorni nostri avrebbe una superficie pari a mq 202.083,75, poco più di 20 ettari.

La cappella privata, situata sul lato a monte del giardino della casa signorile, era dedicata a S. Leonardo e di questa non esistono documenti se non una breve descrizione negli atti visitali del 1749.
L’ultimo discendente della famiglia Mersi ad essere proprietario del Maso è stato Marsilio Mersi, il quale, non avendo eredi diretti, nomina eredi i figli maschi del cugino Tito Bassetti.

Alla morte di Marsilio, avvenuta il 30 luglio 1855, la proprietà passò quindi ai Bassetti, compreso un legato di 8.000 fiorini con rendimento al 5% istituito sul Maso di Martignano a favore di una cappellania in paese da assegnare ad un sacerdote nominato dagli stessi Bassetti in accordo con la Curia Vescovile.

Il sacerdote beneficiato, che doveva essere confessore approvato, percependo gli interessi del capitale assegnato, era tenuto a risiedere stabilmente nella villa di Martignano dove da poco era stata fabbricata la canonica, celebrando nella chiesa della stessa la Santa Messa giornaliera, doveva insegnare il catechismo e la dottrina cristiana ai giovani di ambo i sessi, assistere gli infermi e i moribondi con i necessari soccorsi spirituali ed infine, nell’anniversario della morte del testatore cav. Marsilio de’ Mersi e in quello della morte della di lui moglie Cattarina, celebrare in perpetuo una Messa in suffragio delle loro anime e di quelle dei suoi familiari.

La prima Cappellania fu affidata a don Leonardo Bertolazzi, insegnante all’i.r. Ginnasio di Trento, che ne prese possesso a partire dal 22 gennaio 1857 e, molto amato dai fedeli, la tenne per ben mezzo secolo fino alla morte avvenuta il 2 aprile 1908.

Il Maso di Martignano fu in possesso dei fratelli Bassetti fino al 29 gennaio 1876 quando fu ceduto al barone Oreste de Menghin Brezburg della nobile e facoltosa famiglia anaune, in quel tempo un alto funzionario governativo. Il nuovo proprietario, assieme a tutti i diritti si assunse anche l’onere della cappellania della quale fu sempre garante e, nonostante questa si sostenesse in maniera autonoma con i frutti degli 8.000 fiorini lasciati da Marsilio Mersi, fu sempre pronto ad intervenire per le spese straordinarie.

Erede di Oreste fu il figlio, barone Giuseppe Menghin i.r. giudice distrettuale che, quattro anni dopo, nel settembre del 1894, a 43 anni, sposò a Trieste la baronessa Amalia Scaglia de Eggenhausen ed ebbe un’unica figlia, Anna Maria. A Giuseppe Menghin, munifico con Martignano è intitolata la piazza del paese antistante le scuole elementari costruite sul terreno donato dallo stesso barone.

La figlia di Giuseppe, baronessa Anna Maria ha sposato il 24 aprile 1919, nella cappella della villa di famiglia a Martignano, il barone Pasio Alessandro Taxis de Bordogna e Valnigra. La coppia ha avuto un solo figlio, Alessandro, morto nel 1977. Poco dopo, nel 1981, gli eredi Paolo e Lorenzo Taxis, riservando per sé la villa signorile con cappella e parco, nel 1981 alienarono la parte agricola della proprietà a Vito Vender che poco tempo dopo la passò al perginese Giuseppe Stelzer il figlio del quale, l’attuale proprietario, con la moglie Roberta Giuriali, ha avviato l’apprezzata azienda vinicola battezzata Maso Martis, liberamente desunto dall’antica denominazione latina del paese Martisfanum o Tempio di Marte.

A cura di Ennio Lappi