16 - Belvedere - Leggi

Siamo al “Belvedere”, uno splendido punto di osservazione da cui si vede tutta la città di Trento con il fiume Adige. Dal posto di vedetta possiamo sentire i rumori di sottofondo proveniente dalla valle ma anche il canto degli uccellini. Tra questi distinguiamo il fringuello che continua a cinguettare proteggendo il suo territorio.
In basso, sul fianco della Val Mistai, possiamo anche vedere la roccia della Madonnina, chiamata così per la sua forma che ricorda tanto la figura della mamma di Gesù.
Ad un certo punto abbiamo visto un corvo imperiale che volava nel cielo azzurro dandoci l’impressione forte del senso di libertà e di potenza.
Attorno a noi, salendo verso il Calisio, si incontrano pini neri, pini silvestri, ornielli, querce roverelle. Si cammina fra tappeti di erica e uva orsina.
Mai ci era capitato di vedere un panorama così fantastico.
(Francesca Visintainer)       
 
 
BELVEDERE   (poesia di Baban Iana)  
 
Sto salendo sul monte Calisio
per vedere la mia città
che mi sorride.
Si sentono gli uccelli
che cantano. 
Si vedono i corvi imperiali
che volano.
Sono arrivata sulla roccia Belvedere
e guardo la mia Tridentum:
ammiro il panorama!
Mi piace tanto la mia città.
Quando riscenderò
il monte Calisio mi mancherà.
 
 
Belvedere (poesia di Saponaro  Matilde)
 
Dalle alture osservo
il paesaggio della pianura,
i rumori di Trento,   
degli uomini in azione,
circondati dai “tre denti”:
il Doss Trento, il Doss di Sant’Agata
e il Doss di San Rocco.
Dalle alture del Calisio ammiro
il percorso del fiume Adige
segnato dalle sue curve.
Su, su, sul Monte Calisio  
con i fringuelli che cantano con gioia
e il corvo imperiale che vola nell‘aria...
come gli aghi dei pini quando il vento soffia.
Ammiro anche
i fiori nascosti,
e il silenzio della pace
che vola con il vento.
 
 
I SOGNI NEL DIARIO DI JACK E MAIA (racconto di Camilla Confalonieri)
 
Un giorno Jack, che aveva 15 anni, andò per la prima volta da solo sul Calisio. Quando mancava poco alla cima, incominciò a piovere. Allora Jack vide una grotta e vi si rifugiò.
Man mano che passava il tempo il ragazzo notò che il maltempo peggiorava sempre di più e, ad un certo punto, la roccia che sovrastava la caverna venne colpita da un fulmine e crollò, bloccandolo al suo interno.
Jack iniziò ad urlare e a piangere dalla disperazione, così prese il telefono e provò a chiamare i suoi genitori ma non c’era segnale.
Un uccellino di nome Maia, sentendo tutte quelle grida, andò a vedere cosa fosse successo e vedendo da un foro, tra i massi che erano caduti, un ragazzo con le lacrime agli occhi, si trasformò: diventò un gigante e spostò i massi.
Il ragazzo, rivedendo di nuovo la luce, smise di piangere e, strofinandosi gli occhi come se fosse un sogno, si alzò in piedi e uscì.
Quando vide l’uccellino gli chiese: ”Sei stato tu a liberarmi?” L’ uccellino rispose: ”Sì, sono stata io, mi chiamo Maia.” Jack incredulo le disse: ”Ma come hai fatto, sei così piccola?!” Ed essa esclamò: ”Lo scoprirai quando saremo migliori amici, adesso ti porto in un posto.” Durante il cammino, Jack e Maia fecero amicizia. Jack però le disse che aveva voglia di tornare a casa. Arrivati al Belvedere, Jack era stupito dalla bellezza di quel panorama; si poteva contemplare tutta la valle e la città.
Restarono lì tutto il pomeriggio ma, ad un certo punto, si accorsero che si era fatta notte e allora si recarono nella grotta per dormire.
Il giorno dopo Maia portò Jack in cima al Calisio; poco prima del tramonto ritornarono al Belvedere e Maia regalò a Jack un diario e gli disse:-” Su questo diario potrai scrivere tutti i momenti e le cose belle vissute assieme a me, sempre se deciderai di restare qui e vivere con me…ti assicuro che se resterai ci divertiremo”.
Jack rispose: ” Sono un po’ indeciso, mi mancano i miei genitori e i miei amici, chissà come sono preoccupati”. Maia disse: ”Scegli tu...a me farebbe molto piacere se restassi.”
Jack prese la decisione di restare con Maia e glielo comunicò.
Ogni giorno facevano molte escursioni assieme e tutte le sere, seduti davanti al tramonto del Belvedere, scrivevano sul diario ciò che avevano fatto.
Jack e Maia rimasero migliori amici per sempre e non si tradirono mai l’un l’altra.  Ormai conoscevano il Calisio come le loro tasche e, dopo tanto tempo, Maia rivelò a Jack di essere una mutante.
 
 
… proseguiamo il cammino verso la postazione “17”
Ai lati del sentiero arbusti di Scotano, ben colorati di rosso e giallo dentro l’autunno. Pero corvino con i suoi fiori bianco-rosati a primavera. Alberi di Pino silvestre, Orniello e Quercia Roverella. Un mantello di Erica e Uva orsina al suolo. Caratteristica di questo tratto di sentiero è un’erba con foglie frastagliate e profumate: la sua infiorescenza ha la forma di ombrello. Si slancia in alto e disegna un “fuoco d’artificio”, che ci accompagna, con i suoi semi, anche durante la stagione invernale: è il Laserpizio di monte o Sermontano. Una cascata di Uva orsina sulle rocce dolomitiche che sono a lato del sentiero, piccole isole di prato arido, alberelli isolati di Quercia Roverella, di Pino silvestre e di Orniello. Il panorama è sempre ampio. Arriviamo alla stazione n. 17, nei pressi degli “Stoi di Val Mistai”.